Alessio Bruno Bedini ha scritto:Questa dovrebbe essere la genealogia dei D'Alessandro aggiornata nelle gen piu antiche con i dati di Alfonso:
Angelo d’Alessandro (+ inizio XIV sec.) Consigliere di Carlo I d’Angiò
Antonio d’Alessandro (+ fine XV sec.) Eminente giurista e diplomatico, del quale molto si avvalse Ferrante I d’Aragona presso le corti di Roma e di Francia. Egli attinse l’apice della carriera nel 1480, quando fu nominato Presidente del Sacro Real Consiglio. La famiglia d’Alessandro, mercé Antonio, era stata già ascritta nel 1460 ai Seggi di Porto e Montagna.
1. Giovanni Geronimo d’Alessandro (+ ca. 1576) La famiglia fu ammessa nel 1574 nell’Ordine di Malta.
= Rita de Baldassarre di Roccaraso
--- A1. Fabio. Nel 1594 ebbe conferito il titolo ducale sul feudo.
-------- B1. Giovanni Geronimo (+ di peste a Pozzuoli) Nel 1629 comprò in asta pubblica Civitanova e Spronasino, nel 1640 Castellino sul Biferno. Improle.
-------- = Lucrezia Sommaia
-------- B2. Giovanni. Rinunciò alla successione in favore del fratello Agapito.
-------- B3. Agapito. Nel 1648 possedeva già Civitavecchia (ora detta Duronia).
------------- C1. Giuseppe (+ Napoli 1715)
------------- = Anna Maria Marchesano della famiglia baronale di Castel del Giudice, che aveva portato in dote Carovilli con Castiglione. (Napoli 1729)
Rispetto a
http://www.sardimpex.com/Files%204/D'ALESSANDRO.htm è assente Fabio figli di Agapito e padre di Giuseppe.
Avendo visionato le informazioni circa la mia famiglia di appartenenza, colgo l'occasione per segnalare quanto verrà pubblicato sul prossimo Annuario della Nobiltà Italiana, prodotto dalle mie ricerche storiche su documentazione d'archivio del Casato Pescolanciano e archivi di Stato (Isernia-Napoli) sui "rami" collaterali a quello di Pescolanciano, derivanti probabilmente da unico ceppo. Mi son trovato ad analizzare il titolo baronale di Fagnano, di cui si ricorda un esponente letterario degli inizi del XVIII secolo (Giuseppe d'Alessandro) per la sua pubblicazione storica sul Regno di Napoli, ed ho dedotto che tale ascendenti dovevano essere collegati alla famiglia fiorentina degli Alessandri (confusa nel tempo con quella napoletana de Alexandro, ab Alexandro).Del resto è risaputo quanto fosse strategica la città dell'Aquila a tal punto da attirare commercialmente anche importanti famiglie di altri regni.Comunque, da un riscontro sulle intestazioni feudali (fonte Cedolari e Pandette), un ramo (forse napoletano, visto che nel XIV secolo un Baldassarre del nostro albero genealogico compare quale governatore dell'Aquila) dei d'Alessandro è presente in Abruzzo con Cola de Alessandro.Infine, una discendenza è presente all'Aquila imparentata nel XVIII secolo con Malatesta.
Sul patriziato goduto nella capitale partenopea, c'è un errore nella vs. segnalazione in quanto godette la famiglia del riconoscimento nelle varie epoche delle diverse regnanze alternatesi del titolo di patrizi napoletani, iscritti in taluni seggi (porto,montagna) cittadini. Il ramo d'Alessandro Pescolanciano, sopravvissuto e riconosciuto nel regno di Napoli fino all'avvento dei Borboni rimase ascritto al solo Registro delle Famiglie feudatarie in quanto si verificò qunato segue:
"L'allora duca ceramologo Pasquale M.d'Alessandro fu impegnato negli ultimi anni della sua vita alla iscrizione della famiglia nei registri nobiliari napoletani. Difatti, con le idee apportate dalla rivoluzione francese si pervenne all’editto del 25 aprile 1800,emanato dal re Ferdinando IV di Borbone,con il quale vennero aboliti gli antichi sedili cittadini (dal XVI secolo ne facevano parte, esclusivamente, quei “cavalieri di Seggio” che possedevano i cosidetti quattro quarti di nobiltà) mentre in seguito la nobiltà fu privata di ogni materiale potere e diritto feudale, riducendola a semplice onorifica prerogativa.
Il duca Pasquale riuscì a far iscrivere la famiglia,nella di lui persona e quella del fratello Francesco e propri figli Antonio e Nicola, nel Registro delle Famiglie Nobili Feudatarie,mentre l’iscrizione al Libro d’Oro avvenne in ritardo in quanto la famiglia d’Alessandro con i Caravita di Sirignano avevano “perduta la voce” nel sedile di Porto,ove erano iscritte da secoli,cioè decadute con verbale di delibera del 21 novembre 1795 per notar Giuseppe Macchi,segretario del sedile.La reintegra dei rispettivi rappresentanti delle famiglie richiese tempo.Pertanto,sembra che l’iscrizione al suddetto Libro non fu immediata ed avvenne grazie anche all’interessamento del principe di Sirignano che dovette rivolgersi al duca Nicola II per avere tutta la documentazione necessaria.L’iscrizione avvenne sotto il re Ferdinando IV di Borbone".
Per ulteriori approfondimenti o segnalazioni da farmi sono a Vs. completa disposizione.
Cordiali saluti
Ettore d'Alessandro
"Duca di Pescolanciano (mpr), patrizio napoletano con uso di Don e Donna (mf), barone di Civitanova S., Carovilli, Castiglione, Civitavetere (Duronia), Castel del Giudice, Roccacinquemiglia, Sprondasino, Pietrabbondante (mf). (Cons.Aral. ricon.D.M. 8 mar.1922, iscr.Libro d’Oro Nob.Ital. 1933, iscr.Elenco Nob.Ital. Cons.Aral.Regno su G.U. 1934 p.16). La famiglia trae origine da talune tribù elleniche, stanziatesi nella Magna Grecia identificate nel nome proprio di Alexander,composto da “alexein”(proteggere) ed “ander”(o genitivo “andròs”,degli uomini), dal significato etimologico “difensore degli uomini”. Le più antiche e primordiali baronie possedute dal Casato furono collocate tra la penisola sorrentina ed il Cilento. Si ricorda il miles Christi Guido de Alexandro, quale barone di Roccagloriosa in Principato citeriore (fine XII sec.), perché menzionato nel Catalogo del Borrelli tra i feudatari rossocrociati partiti per la Terra Santa (terza croc.1189-92) ed approdato in terra di Apulia a fine del suo servizio in qualità di precettore della domus di Lama per mandato del capitolo della provincia di Puglia-Terra di Lavoro dell’Ordine del Tempio, presieduto da Pietro de Ays. In detta provincia fiorì il ramo pugliese che ebbe tra i suoi ascendenti Lando de Alexandro, componente della comunità templare della chiesa di S.Paterniano di Ceprano (1269). Seguì una discendenza, godente di nobiltà cittadina in Ascoli Satriano (sec.XVI, con insegna uguale ma leone che guarda a man destra), Barletta e Foggia. Vi fu anche il noto Gio.Pietro d’Alessandro, dottore in legge, autore di varie opere letterarie, quale la “Dimostrazione de’ luoghi tolti et imitati di più autori di Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata”(1604). Suo contemporaneo Pietro Ant. d’Alessandro divenne vescovo di S.Marco in Calabria (1688). Infine, si menziona tra gli esponenti pugliesi di rilievo D.Pietro d’Alessandro di Trani, viceconsole del Regno Due Sicilie per la Francia (1803-25) e già cavaliere di grazia dell’Ord.Costantiniano S.Giorgio (1802-27). I collegamenti tra questo ramo e quello principale campano (con leone a man sinistra nell’insegna e stelle della banda attraversante ad otto punte)continuarono fino al XVIII secolo. Tra i membri più illustri del ramo napoletano si menziona il nobile Angelo, consigliere del re Carlo I d’Angiò, promosso Luogotenente del Regno (1282-85) per la sentita fedeltà alla corona angioina. Il di lui figlio Ludovico fu arcivescovo di Sorrento (1266) e importante referente del nucleo familiare che prese dimora nella suddetta città, godendo della nobiltà di seggio di Dominoro (giudice Saverio ab Alexandro, 1304). Da tale ramo sorrentino, che si spense nel XVIII sec., derivò poi la discendenza dei d’Alessandro baroni della vicina terra di Albanella (Francesco Jr, sec.XV). Altro figlio di Angelo fu Carlo, giustiziere di Calabria, provincia questa che vide sviluppare un ramo calabrese con alcuni esponenti della famiglia, insigniti del rango di nobili delle città di Melfi, Rossano e Mormanno. Tra gli esponenti calabresi si rammenta Sebastiano, che vestì l’abito carmelitano in Catanzaro e fu consacrato, in vecchiaia da papa Clemente X, vescovo di Ruvo(1672). Antonio d’Alessandro fu intestatario delle proprietà feudali di Figurella (1781) e Moncoturno (1796-1802), mentre una significativa presenza di altri personaggi si riscontra nella città di Montalto Uffugo, ove i d’Alessandro ottennero il riconoscimento di famiglia nobile con diritto di sedile (1793 con Gaetano, risultante poi con Carlo tra i fondatori del convento degli Ordini dei Minimi, 1699). Nel ramo principale partenopeo, seguì, poi, Giovanni di Carlo, quale barone di San Giorgio (fine sec.XIII), mentre il di lui figlio Francesco e fratello Gualterio risultarono tra i baroni del Regno di Carlo II d’Angiò, che ne ordinò la rivista in S.Germano (1291). Antonio di Francesco fu erario della città di Napoli (1311), invece il fratello Alessandro fu maestro di Teologia e scelse di indossare gli abiti religiosi diventando Generale dei frati Minori (1310), come avvenne per il cugino frate Giovanni de Alessandro abate del convento di San Giovanni a Carbonara in Napoli.Giovanni II, come il padre Antonio, fu erario di Napoli (1338), carica questa assegnata anche al di lui figlio Antonio II (1343) dalla regina Giovanna I. Giovanni III di Antonio, barone di Casanova, fu gran Camerario di Calabria (1415) poi Maresciallo del Regno e giustiziere degli Scolari. Il Casato in Napoli fu molto legato alla Casa d’Angiò tanto che Paolo di Giovanni III fu scelto quale segretario personale della regina Giovanna II, che lo promosse al rango di familiare di costei e lo nominò Direttore del gran Sigillo. Suo fratello Sansonetto fu pure familiare della stessa regina angioina ed ebbe l’incarico di governatore di Montefusco e suoi casali avellinesi (1415), nonché di Lucera e Foggia(1423). Costui fu il capostipite primogenito napoletano del ramo d’Alessandro, duchi della Castellina/o (sul Biferno), dal cui matrimonio con Maria Liguoro derivò un’illustre progenie. Camillo fu cavaliere professo di Malta nel 1574, come lo fu poi Antonio ammesso all’Ordine di Malta nel 1686. Portò splendore a questo ramo Giovanni Battista di Lelio e N.Macedonio, perché tra i nobili fondatori dell’opera caritatevole del pio Monte della Misericordia in Napoli (1601), di cui fu governatore(1609), nonché per essere stato nominato dal sedil di Porto quale deputato autorizzato a trattare con il viceré duca di Medina de Las Torres per l’abolizione di alcuni gravosi dazi. Re Filippo IV di Spagna lo nominò duca della Castellina in Molise(1639), titolo mantenuto dai discendenti fino al XVIII sec., allorquando morì il prelato Luigi, vescovo di Foggia, e la di lui sorella Francesca sposò Gio.Battista Zunica, famiglia che ne ereditò il predicato. Il patriziato dei d’Alessandro fu ascritto inizialmente al sedile di Montagna (1460, Severo) e poco dopo (1492)a quello di Porto (seppur già Paolillo, maestro razionale della Regia Camera, e sua sorella Giovanella in Furiero furono ivi residenti da metà XIV sec.)in Napoli, mantenendo tal’ultima registrazione fino all’epoca dell’abolizione dei seggi (1800), e poi vi fece seguito la sola iscrizione nel Registro delle famiglie feudatarie. Il giureconsulto Antonio di Paolo, iscritto al seggio di Porto, fu personaggio di cultura stimato dalla monarchia Aragonese, formatosi presso F.Aretino e insignito delle cariche di giudice della Vicaria (1481), auditore del re Ferdinando I d’Aragona(1494-96), presidente della R.Camera della Sommaria, Viceprotonotario del Regno, presidente del Sacro R. Consiglio(1503) e professore di giurisprudenza nell’Univeristà partenopea dei regi studi. Per tali incarichi fu egli insignito del collare dell’Ordine della Giara. Ambasciatore dei re d’Aragona presso numerose corti regie(presso: il Papa Pio II nel 1458; il re Giovanni d’Aragona nel 1459; il re di Francia; Lorenzo dei Medici, inviato speciale a Firenze nel 1481; diplomatico in Milano e Venezia).Lo stesso compose le opere giuridiche: “Reportata Clarissimi U.I. Interpetris Domini Antonii de Alexandro super II Codicis in Florenti studio Parthenopeo”(1474), “Addictiones ad Consuetudines Neapolitanas”. Suo fratello, l’illustre giurisperito-umanista Alessandro ab Alexandro, discepolo del Fidelfo ebbe grande notorietà presso tutte le accademie delle corti d’Europa per la sua erudita opera in sei libri “Genialium Dierum” (1522), alla quale fece le sue annotazioni Andrea Tiraquello, regio senatore del parlamento parigino. Resse le sorti dell’ateneo napoletano nel relativo periodo di decadenza. Per riconoscimento papale, lo stesso ottenne in commenda, come abate, la badia di Carbone dell’Ordine di S.Basilio (SS.Anastasio ed Elia) in Lucania. Agli eruditi fratelli seguì Pietro Nicola, Razionale e Presidente della R.Camera Somm.(1457), che acquisì da re Ferrante d’Aragona la baronia di Faicchio (1464-79), così come l’ultimo fratello Jacobuccio I, gran falconiero reale e commensale di corte, ottenne dallo stesso sovrano la baronia di Cardito. Da costui si originò il ramo partenopeo dei baroni di Cardito, che si estinse nel XVIII sec. dopo quattro generazioni. I più noti ascendenti furono: Crisostomo, abate benedettino di Montecassino(1527-38); Antonio, deputato del sedil di Porto che contribuì con altri Eletti alla costruzione della Cappella del Tesoro di S.Gennaro nel Duomo napoletano(1527); Jacobuccio II che partecipò alla rivolta dei baroni (1528) contro il governo spagnolo e riuscì a riscattarsi dalla punizione dell’imperatore Carlo V, aderendo alla spedizione contro i turchi(1538) ed i fiorentini; Fulvio e Mercurio, dottori in legge (1577) che con Pompeo ed il gesuita Gerolamo (fondatore della “Congregazione degli Schiavi”) chiusero la progenie di tale ramo. Contemporaneamente alla nascita dei d’Alessandro di Cardito, si formò altra discendenza in Marigliano (insegna con stelle della banda trasversale ad otto punte e con corona marchesale sovrastante; riconoscimento di nobili napoletani,mf, per D.M.del 2 mag.1908)con capostipiti Nicola e Gabriele de Alessandro (1487). Proprietari di vari casali (Cisterna)in Terra di Lavoro, vissero in parte a Napoli fino al XVII sec..Giovanni Antonio, fu donatario di terre alla cappella di S.Nicola in Marigliano(1497).Vi fu un Antonio, cavaliere milite(+1573), che con Mutio(+1585) ed altri personaggi furono sepolti nella cappella gentilizia della chiesa Ave Gratia Plena in Marigliano. Tra i sacerdoti, ebbero un abate, Alessandro(1695), e padre Bernardino(1773), nonché si ricordano un Marco Antonio perché amico del cavalier Marino(suo difensore in un processo per omicidio nel 1603/4) ed un cavalier Gennaro per essere stato coinvolto nei tumulti del 1647 in Terra di Lavoro. Il ramo principale napoletano, in seguito, ebbe altra discendenza.
Baldassarre del citato Pietro N. fu Ordinario e Regio Capitano, nonché governatore dell’Aquila e Taranto. Il fratello primogenito Lorenzo, deputato per il sedil di Porto, fu Ordinario Regio Capitano e Governatore di Monopoli(1514-20).Tali personaggi si trovarono schierati nella rivolta baronale filo-francese (partito angioino sostenitore del Lautrec,1527-29), come taluni cugini del ramo Cardito (Giulio, Marco presidente R.Camera,Jacobuccio II), contro la dinastia austro-iberica, non usufruendo dell’indulto del 1530 ma rimanendo coinvolti nei processi sommari (con esproprio dei beni fondiari e rendite) voluti dall’asburgico imperatore Carlo V. Cadde mortalmente sotto la punizione brutale del vicerè don Pedro de Toledo, giunto a Napoli per dar corso ai processi contro i rivoltosi, anche il giovane Fabrizio d’Alessandro fatto decapitare per partecipazione ai tumulti contro il Tribunale dell’Inquisizione (1547). Dal matrimonio di Lorenzo con Cecilia de Angelis (della famiglia imperiale greca) nacque Gio.Francesco, che con la moglie Rita Baldassarre di Roccaraso riscattarono la sopravvenuta confisca e decadenza familiare con l’acquisizione della baronia di Santa Maria dei Vignali e di Pescolanciano (1576). Da tale capostipite è derivato l’odierno ramo vivente dei duchi di Pescolanciano (con titolo ducale riconosciuto a Fabio Jr.nel 1654). Si ricordano tra gli ascendenti di tale linea: il terzo barone Gio.Gerolamo(+1642),coniugato a I.Sommai, per l’acquisizione delle baronie di Carovilli e Castiglione(1619) nonché di Civitanova del Sannio e Sprondasino (1627); il di lui fratello cav.Giovanni (n.1574,+1654),noto per la scuderia di cavalli “saltatori” in Pescolanciano; altro fratello Agapito(n.1595+1655),marito di Beatrice Ferri, per l’acquisto del feudo di Civitavetere(1629).Il successivo discendente, I°duca Fabio(n.1626,+1676), di Agapito, invece eseguì rilevanti lavori di ristrutturazione del maniero edificandovi un’area sacra, ove trasferì nel 1656 le sacre reliquie del martire S.Alessandro, venerate secondo un rito religioso(iniziato da suo fratello,l’Abate Alessandro) rifacendosi alla tradizione templare del Casato.Suo figlio secondogenito Gio.Giuseppe(n.1656+1715), oltre ad abbellire la dimora castellana in Pescolanciano con numerose opere d’arte di artisti famosi, è noto alle cronache per il suo impegno letterario. Riconosciuto poeta barocco dall’Accademia degli Oziosi, Giuseppe fu autore delle seguenti opere: “Pietra di Paragone dei Cavalieri,Arte del Cavalcare”(1711,1714), “SelvaPoetica”(1713), “Arpa Morale”(1714). Il primogenito duca Ettore(n.1694+1741) ristampò poi (1723) con ulteriori aggiunte poetiche il componimento paterno,Arte del Cavalcare ed a costui spettò ereditare (1729)dalla madre,Anna M.Baldassarre Marchesani, i feudi di Castel del Giudice e Roccacinquemiglia. Suo successivo nipote Pasquale Maria d’Alessandro(n.1756+1816), figlio del V°duca e X°baro.Nicola M. ed Eleonora Castromediano Limburgo Acquaviva d’Aragona, acquisì il feudo di Pietrabbondante(1789).Costui, appassionato di alchimia, fu celebre perché fondò la nota fabbrica di ceramiche e porcellane presso il castello di Pescolanciano(1783-1795), producendo diversi manufatti (con variegati decori, quali le insegne araldiche del Casato o le palme sull’isola, i salici con gli uccelli, fiorature al ticchio), conservati presso vari musei italiani (S.Martino Na, Artistico e industriale, duca di Martina di Napoli, Faenza, Baranello)ed esteri (Louvre,Sanpietroburgo per donazione fatta allo zar Paolo I delle Russie).Fu insignito della croce di devozione del S.M.Ordine Gerosolimitano(1794), in cui furono cavalieri professi lo zio Francesco(1778) ed il fratello Francesco Maria(1795).Il duca Pasquale, gradito da re Ferdinando IV di Borbone per le sue capacità artistiche, fu nominato Sovrint.delle fortificazioni e direttore di ponti e strade in Napoli(fine XVIII sec.), nonché socio della Soc. Economica della Prov. di Molise(1810).Il nipote, VIII°duca Giovanni Maria(n.1824+1910) di Nicola M.II ed Aurora Ruffo Scilla di Calabria, conservò la passione per le arti e la storia, occupandosi degli scavi archeologici di Pietrabbondante (in qualità di Sovrintendente Regio,1857) con sommo plauso dell’amico archeologo tedesco Theodor Mommsen. Fedele alla dinastia dei Borbone, il duca Giovanni fu: capo plotone della Guardia Cittadina (sotto il comando di S.A.R. Leopoldo di Borbone,1847); consigliere Prov.Campobasso(1851); capo plotone Guardia d’Onore Prov.Molise(1855);presid.Consigl.distretto d’Isernia, ottenendo l’onoreficienza delle “Chiavi d’Oro”(1858). Per il suo coinvolgimento nei moti legittimisti in Molise, contro l’esercito piemontese, fu fregiato dal re Francesco II di Borbone della “Gran Croce” S.R.M.Ordine Costantiniano(1860), seguendolo nell’esilio in Roma, ove risiedette fino al 1865, ritornando poi a Napoli.
ARMA DUCHI PESCOLANCIANO: Di oro al leone rampante di rosso con la banda di nero caricata di tre stelle a cinque(sei) raggi di oro attraversante, con gli ornamenti ducali di corona e mantella e svolazzi d’oro, rosso e nero. MOTTO: Te sine quid moliar.
RAMO DUCALE PESCOLANCIANO
FIGLI LEGITTIMI E NATURALI CON USO DI DON E DONNA
Giovanni Francesco (Senior)
Figlio di Lorenzo del sedil di Porto I°Barone e vivente nel la prima metà del XVI sec. Sposa Rita Baldassarre
Donato --------------------Fabio (Senior) ------------------ Ortensio
II°Bar.viv. fine XVI sec.Sposa Giulia Marchesani
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|
Giovanni Gerolamo------------------------- Giovanni----------------------------Agapito
N. ?, Napoli + 1642, Pozzuoli N.1574, Napoli +1654 N.1595+1655
III°Bar.Sposa Isabella Sommai ___________IV °Bar. V°Bar. Sposa Beatrice Ferri
|
Rita --------Margherita------Fabio (Junior) ----- Donato------ Carlo ------- Alessandro ----- Giulia
+15/12/1632 Sposa Giovan N.1626/8 N.? +18/9/1621 N.? +1/9/1631 Abate Sposa
Tommaso Marchesani +26/6/1674 Pescolanc. D.Pietro de Monte
Barone Castel Giudice Sposa Isabella Amendola Barone d’Arielli
+31/12/1682 VI°Bar. 1°Duca 1654 Paolo Capoblanco
|____________ Barone di Carisi
Geronimo (Girolamo) Beatrice Gio.Giuseppe Porzia Vittoria Sebastiana Anna Innocenza
N. 1639-1640 N.27/2/1655 N.25/1/1656,Pescolan. Monaca N. 26/7/1658 N.23/5/1660
+ 19/4/1689 +20/8/1715 Napoli +26/11/1672 + 14/9/1669 + 29/4/1661
VII Bar.2°DucaSposò Tortelli Sposa Anna M. Baldassarre Marchesani
_______ VIII°Bar. 3°Duca
Agnese----Agata----Francesca-Ettore---Marta---Giulia---Isabella---Nicoletta -Serafina-Margherita-Consalvo- Antonio
N.28/1/1695N.23/2/1697N.8/9/1699 N.13/1/1694 N.20/7/1702 N.13/4/1707 N.? N. ? N. ? N. ? N.5/4/1705 N. ?
Pescolan. Pescolan. Pescolan. Pescolan. |
Monaca Sposa Sposa Monaca Monaca Monaca Monaca Monaca |
Andrea d’Alessandro Isabella de Toledo |
+ ? +13/11/1766 + 1771 +1741 + ? + ? + ? + ? +1717 + ? +14/5/1720 + ?
(Ramo Castellina)IX°Bar.4°Duca (Ramo Palermo)
___________________________|
Nicola Maria I (Senior) ------ Giustino ---------------------- Francesco
N.19/9/1726, Trani N. 1728 N ? Cavaliere Gerosolim 1778
+18/12/1764 Napoli Trani o Chieti Pescolan.
Sposa Eleonora Castromediano Limburgo +2/10/1808 + ?
Acquaviva d’Aragona X°Bar.5°Duca____
Maria Teresa--------- Pasquale Maria ------------------ Francesco Maria
N.14/8/1760 N.8/6/1756, Pescol.+18/12/1816 XI°Bar.6°Duca N. 21/11/1757
+12/9/1760 Sposa Maria Giuseppa Spinelli Cariati Seminara +24/12/1836
Ultimo feudatario di Pesco./Carovilli/Civitanova/Roccacinquem. Cavaliere Gerosol. 1795
Civitavetere/Sprondasino/Castel del Giudice/Pietrabbondante
|________
Eleonora-- M.Gaetana - M.Rosa --- Antonio M. (*) M.Elisabetta – Francesca- M.Luisa—Camillo---- Filippo--- M.Emanuela Anna M. Carolina
N2/2/1780 N13/3/1781 N16/3/1783 N28/10/1783 N18/11/1785 N 1785 N8/2/1790 N23/7/1791 N8/11/1792 N8/3/1795 N 1797 N1/10/1799
Sposa S.Anna Pal. Pescolan. Cavaliere Gerosol. S.Anna P. Pescolan. Pescolan. S.Anna Sposa
A.d’Eboli Dama Sapienza Monaca | Monaca Sposa G.della Valle G.Spinelli Cariati
+ ? +14/1/1833 +7/11/1821 +17/4/1814 +18/11/1785 +23/5/1821 +26/7/1883+20/12/1794 +1/1/1795 +30/5/1849 +25/11/1800+23/10/1846
(*) Nicola Maria II
N. 13/7/1784Civitan.S., +7/2/1848 Napoli XII°Bar.7°Duca
Sposa Aurora Ruffo Scilla Calabria________________________________
NN--------- Pasquale M. ---- Fulco Antonio --M.Giuseppa --- M.Carlotta ---Giovanni Maria
N.25/11/1810 N.12/12/1811 N.23/3/1814 N.18/6/1817 N.11/9/1820 N.19/5/1824, XIII°Bar.8°Duca
Nato morto +13/5/1815 + 1/2/1838 + 26/5/1893 + Inizi 900 + 1910, Napoli
Sposa Giovan B. de Mari Sposa Antonio Caropreso Sposa Anna Maria Ruggiero Albano Princ.di Acquaviva Polignano |
|
Aurora --- M.Giuseppa- Carlotta-- M.Aurora -M.Giuseppa(*) Anatolia M. -Fulco M.--M.Pia --- Alessandro(**) Ettore ------- Agapito --GirolamoM.
N5/4/1851N3/6/1852 N5/7/1853 N10/1/1855 N23/6/1856 N20/11/1861 N20/3/1861 N20/3/1861 N12/5/1862 N19/10/1865 N2/2/1867 N19/9/1868
Pescolan. Pescolan. Pescolan. Roma Roma Roma Roma Napoli Napoli Napoli
+20/8/1853+22/9/1853+11/10/1889 + ? + ? | + ? +22/11/1939 +11/4/1861 +1943 +14/10/1937 + 1918 +7/6/1869
|
(*)Nicola M. III -----------------------------(**)Fabio M. ----- ------ Amalia--Agapito
N.15/10/1857 Sposa Carolina Gaetani Aquila Aragona N.25/11/1863 N.26/2/1899 N.1867
Pescolanciano Roma Sposa Silvia Stellati +23/11/1899 +1916
+26/4/1894 Portici +18/11/1954 Napoli |
_____________________|________________________ | |
Giovanni M.II---Mario ---Anna-------Antonia-----Nicolino | |
N.1/1/1881 N.10/9/1883 N.10/1/1885 N.21/11/1887 N.10/9/1894 | |
Napoli Napoli Napoli Napoli Napoli | |
+8/8/1961 Bisign.+ 29/4/1963 Livorno +20/4/1960Bisignano+ 4/1/1952 + 10/9/1894 | |
XIV°Bar. 9Duca Sposa Ernesta Visentini Sposò N.Boscarelli Roma | |
XV°Bar.10°Duca | Ettore-------------
| N.14/8/1892 +1974 |
Giovanni M.III Anna M. Bianca M. Carlo A. AvvEttore E. Umberto V. Vittorio E. Assunta F. Vincenzo |
N 27/4/1886 N 23/11/1887 N 6/10/1889 N 15/8/1891 N 24/12/1892 N 13/11/1894 N 8/12/1896 N 18/8/1900 N 20/1/1903 |
Napoli Napoli Napoli Pesolan. Pescolan. Pescolan. Pescolan. Napoli Napoli |
+ 10/6/1903 Napoli+ 1945 Na +3/4/1988 Na +15/03/1975 Na +16/1/1975 Na+27/6/1975 Na + 07/1978 USA +1/3/1970 +5/2/1903 Na |
Sp.Del Matto Sposa A. Sessa Sposa M.Morelli Sposa E. Gallucci Sposa Ciretta Sposa Ruggieri |
| XVI°Bar.11°Duca | | |
Maria * Fabio Silvia Carlo Jr. Emma Giovanni Iolanda Fabio Mario Fabio Silvia Raimondo Luisa AgapitoCarolina Mario
N. 1/4/1911 30/1/21 9/10/29 13/1/31 13/7/34 2/1/1921 11/3/24 11/11/28 24/8/32 24/5/18 19/1/20 24/3/59 24/426
Pescol. Napoli Napoli Napoli Napoli Napoli Napoli Napoli Napoli Nocera
+ ? + 20/5/02 Mi +16/9/98 Na | Sposa G.Ercole Sp.Buonincontri +2001 +2002
| |XVII°Bar.12°Duca XVIII°Bar.13° Duca | | | | | (*figlio naturale) | | | | | | | | | |
Carlo Giancarlo Antonia Fabiola Anna Biancamaria Antonella Pino Anna Carlo Ettore Alessandro Stefano Patrizia Ivano Paolo Alessandro
Ettore---
Alessandro