da Antesterione » martedì 6 aprile 2010, 11:20
Mi pare di conoscere un caso pratico, Gran Priorato di Napoli e Sicilia, ma non ne conosco i dettagli (per discrezione non ho mai approfondito, non si usa...).
Devo anche dire che per l'Ordine di Malta, la ricezione ha in effetti un'estensione più "famigliare" che personale, quindi non è ipotesi tanto remota che un Cavaliere di Grazia Magistrale si veda ricevere anche la discendenza (che magari accede con un percorso nei gruppi giovanili) e così via, fino al raggiungimento delle generazioni necessarie al passaggio alla Grazia e Devozione.
Per quanto attiene agli status cavalleresco-nobiliari. Sia per SMOM che per OESSH (indipendentemente dalla questione della dignità comitale palatina), ritengo, dopo diversi studi effettuati e non ancora terminati, che si tratti di una "pienezza del cavalierato" nella sua antica accezione, che dunque trae dallo stato iniziale more nobilium e poi dalla successiva investitura, quella condizione nobiliar cavalleresca degli antichi cavalieri.
Per OESSH essa è esplicitata dalle insegne, dal cerimoniale solenne di investitura, e dai diplomi che concedono tutte le prerogative e i privilegi dell'ordine dalle sue origini all'avvenire. Nello SMOM, questo status, che già compete ad un Cavaliere di ordine militare, viene formalizzato con la nota possibilità di ammissione senza presentazione di prova nobilaire (o meglio, come specificato dal documento preso in esame nella presente discussione, ammettendo come tale la presenza della famiglia per tot generazioni nei ranghi dell'Ordine).
Dunque, nessun Nob. Cav. (L'NH, penso al meridione, che conosco direttamente, viene usato di cortesia, ma non è un diritto... ), ma un Cav. nella sua pienezza, nobiliare e cavalleresca.
Ovviamente questo argomento non ha grandi sostenitori pubblici, si pensi allo stato italiano che autorizza automaticamente l'uso di un titolo nobiliare-cavalleresco... in una Repubblica che ad essi non riconosce valore alcuno.
Ma basta un'analisi ed un confronto delle caratteristiche degli ordini militari e delle onorificenze di un sistema premiale "moderno", per intuire che il Cavalierato dei primi rappresenti un concreto punto di contatto con quello antichissimo, mentre gli ultimi assegnano un titolo "uguale" nella forma, differente nella sostanza.
Non credo ci siano dubbi che i Cavalieri degli ordini cattolici militanti, possano essere ritenuti dei Gentiluomini Cattolici a tutti gli effetti, cui spetta il titolo cavalleresco secondo le tradizioni dell'ordine di appartenenza.
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Antesterione il martedì 6 aprile 2010, 14:57, modificato 1 volta in totale.
A l'heure où le mal a si souvent droit de cité parmi les hommes, et jusque dans les plus hautes institutions, le réveil de la vocation chevaleresque est une urgence, à laquelle le ciel n'a jamais tardé à répondre. P. Philippe-Emmanuel RAUSIS o.p.