Hai ragione carissimo Ferrante!
Come non

averci pensato prima! Con tutta probabilità è proprio questo lo stemma cardinalizio al quale si riferiva il nostro Frate.
Quella parola ebraica si riflette del resto nel bellissimo motto:
Pro veritate adversa diligere, "Per la verità amare le avversità", un'espressione tratta dalla
Regola Pastorale di San Gregorio Magno. La frase completa continua con
et prospera formidanter declinare ("ed essere cauti e guardinghi davanti al successo"). In queste parole è racchiusa una grande sapienza: la verità, anche se splendente (come il sole radioso caricato di quel triangolo iscritto), richiede di amare le avversità che necessariamente si incontreranno perchè venga affermata.
Vorrei solo fare un'aggiunta circa la traduzione "verità piena" che hai riportato. Effettivamente la parola
'emeth, indica una costellazione di significati centrati attorno alla "verità": può indicare anche
sincerità,
rettitudine,
solidità,
sicurezza,
fedeltà.
Ben dici dunque a mio avviso, caro Ferrante, che l'espressione indica "verità piena". Non per niente si ritrova insieme ad un altro importantissimo termine dell'Antico Testamento,
hesed (che non ha un corrispettivo nelle lingue indoeuropee e ha come idea centrale quella di
bontà (fedele),
affetto,
magnanimità), per indicare la rivelazione che Dio fa di sé stesso a Mosè:
rab hèsèd we'émèth, "ricco in misericordia e in verità (o fedeltà)" (Es 34,6).
Non mi meraviglia dunque che quel triangolo, chiaro simbolo trinitario, sia stato voluto caricato di quella scritta dal Cardinal Martini.
Davvero uno stemma bellissimo, caro Ferrante.
Ti ringrazio per averlo ricordato.
