Moderatori: Messanensis, Alessio Bruno Bedini, GENS VALERIA
1 Marzo - 2 Luglio 2006
Tesori antichi. Gioielli della Collezione Campana
Musei Capitolini
I preziosi gioielli antichi e moderni della collezione Campana tornano significativamente a Roma in occasione della mostra che abbiamo il piacere di presentare al pubblico nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio.
La mostra è stata prorogata fino al 2 luglio.
La collezione di gioielli greci, etruschi, romani e bizantini, formata con passione a Roma nella prima metà dell'Ottocento dal marchese Giovanni Pietro Campana di Cavelli (1808-1880), non solo costituì uno dei più importanti settori della sua grande raccolta privata d'arte e di antichità, tra le più note nell'Europa del XIX secolo, ma giocò un ruolo fondamentale nel rinnovare il gusto della produzione di oreficeria in stile archeologico a Roma.
Protagonista di questa fortunata stagione sarà la famiglia Castellani, con l'atelier di oreficeria fondato a Roma nel 1814 da Fortunato Pio Castellani, orafo, antiquario e collezionista (1794-1865), che per primo intraprese la produzione di gioielli ispirati agli originali greci ed etruschi che venivano alla luce alla fine degli Anni Venti dell'Ottocento da scavi intrapresi a Roma e nel territorio dell'antica Etruria.
Il marchese Campana ereditò dal nonno Giampietro e dal padre Prospero la passione per l'archeologia e per l'arte, oltre all'incarico, prima di assistente poi di direttore del Monte di Pietà, ruolo di rilievo istituzionale che svolgerà dal 1833 al 1857.
Le sue raccolte di bronzi, sculture, terrecotte, gioielli, dipinti, ceramiche, monete e medaglie, magnificamente esposte nella villa del Laterano, provenivano dal mercato antiquario e dagli scavi intrapresi nelle sue proprietà o da lui promossi nel territorio di Roma e del Lazio.
Grazie all'esperienza maturata nel campo dell'archeologia e della ricerca scientifica - a lui si deve la scoperta del colombario di Pomponio Hylas e di altri due colombari presso la tomba degli Scipioni, oltre alla pubblicazioni degli esiti degli scavi e il catalogo delle terrecotte di età repubblicana delle sue raccolte - ottenne prestigiosi incarichi dall'amministrazione pontificia, che gli affidò, tra gli altri, la direzione degli scavi di Ostia. Nel 1857 il marchese Campana fu travolto dal dissesto finanziario e da un drammatico processo per malversazione, peculato e abuso d'ufficio. Condannato al carcere e poi all'esilio, i suoi beni furono confiscati nel 1859 dallo Stato Pontificio e le collezioni sequestrate e poste in vendita.
In attesa di trovare un acquirente, la collezione di gioielli venne affidata all'atelier Castellani, dove Augusto Castellani ne fece oggetto di studio, di restauro e ne curò il catalogo per la vendita. Il contatto diretto con i preziosi originali della collezione Campana suggerirà ai Castellani di sperimentare nuove tecniche di lavorazione e di restauro, che giungono in alcuni casi alla geniale trasformazione e reinterpretazione dei gioielli antichi, oltre a dare un fondamentale impulso al rinnovamento della produzione di gioielli di squisito gusto archeologico che ebbe un enorme ed immediato successo in Italia e all'estero.
I tesori della collezione Campana furono in breve dispersi in Francia, Inghilterra e Russia.
Solo la collezione numismatica, formata da oltre quattrocento esemplari di monete d'oro romane e bizantine, fu opportunamente acquistata dall'Amministrazione Capitolina nel 1873, grazie all'interessamento dello stesso Augusto Castellani, membro fondatore della Commissione Archeologica Comunale, nominato nello stesso anno direttore dei Musei Capitolini. Fu lo stesso Augusto Castellani, con la donazione di oltre novemila monete delle sue raccolte, a dare impulso alla creazione del Medagliere Capitolino dove oggi possiamo ammirare, tra le altre, una selezione ragionata degli esemplari più importanti degli antichi aurei della collezione Campana ed alcuni raffinati gioielli della seconda metà dell'Ottocento dell'atelier Castellani.
La collezione Campana di gioielli antichi, impreziositi dalle montature e dai restauri Castellani, fu acquistata in gran parte dal Governo francese nel 1861. Presentata per la prima volta al pubblico a Parigi nel 1862, al Palais de l'Industrie, fu destinata nel 1863 al Museo del Louvre, dove andrà a costituire uno delle più importanti raccolte del Dipartimento delle antichità greche, etrusche e romane.
La Mostra, ideata da Françoise Gaultier, Conservateur en chef au département des Antiquités grecques, étrusque et romaines del Museo del Louvre e da Catherine Metzenger, Conservateur général honoraire dello stesso Dipartimento, già presentata a Parigi, al Museo del Louvre, dall'ottobre 2005 al gennaio 2006, viene riproposta a Roma per iniziativa del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovraintendenza ai Beni Culturali. L'esposizione offre una raffinata selezione di circa duecento esemplari delle collezioni del Louvre, con alcuni preziosi prestiti dalle collezioni del British Museum e del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Frutto di approfonditi studi e di un'importante campagna di restauri finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, si realizza grazie alla liberalità di Henri Loyrette, Président Directeur del Museo del Louvre e alla generosa collaborazione dei direttori dei Musei, Archivi e Biblioteche che hanno concesso il prestito delle opere esposte.
BIOGRAFIA DI GIOVANNI PIETRO CAMPANA
6/6/1809 Gian Pietro Campana nasce a Roma da Prospero e Marianna Polverosi
1829 primi scavi di Campana nel territorio di Frascati, dove, fin dal 1788, la famiglia disponeva dei beni ceduti in enfiteusi dalla Camera Apostolica.
Fino al 1857 dirige o fa effettuare numerose indagini archeologiche nelle sue proprietà o in altri siti a Roma o nelle città etrusche
1831 Campana entra al Monte di Pietà come assistente. Diviene direttore generale nel 1833 e si fa apprezzare per la sua buona gestione.
1840 Pubblica Di due sepolcri del secolo di Augusto, scoverti tra la via Latina el’Appia presso la tomba degli Scipioni.
1842 Esce la prima edizione di Antiche opere in plastica di Giovanni Pietro
Campana, suscitando grande interesse su una categoria di oggetti ancora
poco studiati, le lastre fittili che prenderanno il suo nome. Campana fa
condurre da Luigi Canina una campagna di scavo nei pressi dell'eremo di
Camaldoli e rinviene due piccoli cippi con le dediche del tribuno militare M.
Furio alla Fortuna e a Marte.
1846 Il papa Pio IX visita la collezione di antichità raccolta da Campana nella sua villa al Laterano.
1847 Vincenzo Pericoli redige un rapporto sulla gestione e lo stato delle finanze del Monte di Pietà e segnala un certo numero di irregolarità.
1851 Campana sposa l’inglese Emily Rowles, la cui famiglia è legata al principe Carlo Luigi Bonaparte, futuro Napoleone III
1854 Gian Pietro Campana conduce nuove campagne di scavo nel territorio di Frascati a Quarto di Maria, Colle Pisano, Immagine Nuova, Colle Giudice,Pescareccia e Grotte Piattelle.
1856 A Frascati, il marchese acquista palazzo Marconi, oggi sede del Municipio, da Achille Nainer Bussoni, per una somma di oltre 32.000 scudi. Con notificazione del 12 ottobre, Gian Pietro Campana concede 80 rubbia di terreno coltivabile a trecento famiglie frascatane, creando un ceto di piccoli proprietari
1857 Il 28 novembre Pio IX autorizzò l'arresto del marchese per l'accusa di peculato e lo fece condurre nella prigione del San Michele a Roma.
1858 A Frascati vengono interrotti i lavori della grandiosa residenza della Vignola, destinata a polo residenziale e museale. In seguito al processo, Campana viene condannato a venti anni di carcere, poi commutati in esilio
1861 Dopo la decisione dello Stato Pontificio di mettere in vendita la collezione Campana, e dopo alcune acquisizioni effettuate dall’Inghilterra e dalla Russia, gran parte della collezione viene acquistata da Napoleone III
1880 Campana, tornato a Roma dopo il 1870, muore il 10 ottobre 1880. E' sepolto nel cimitero del Verano.
andvent ha scritto:3. Che titolo era quello di nobile di Sezze?
Non c'è ancora una strada o una piazza
Non c'è ancora una strada o una piazza a Firenze intitolata ad Ottavio Gigli, pedagogista e politico fondatore - a metà dell' '800 - dei primi asili rurali a Castello e a Quarto Fiorentino. Da pochi giorni però, con i carteggi donati dai pronipoti, l'Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa dispone del Fondo «Ottavio Gigli», costituito fin dal 1931 nel Museo Didattico Nazionale da cui deriva l'INDIRE, presieduto da Stefania Fustagni, che a settembre acquisirà il Fondo Giuseppe Lombardo Radice. E' stata firmata la convenzione, da parte di Fulvio Gigli e degli altri eredi che vivono n Argentina. Con la promessa di rivedere ancora molte carte oltre i venti faldoni consegnati e custoditi a Palazzo Gerini, che permettono di scrivere la storia di Ottavio Gigli, i cui percorsi s' intrecciarono in un'unica direzione mirata "all'istruzione educativa del popolo" pubblicando e diffondendo i classici e fondando un gran numero di scuole. Nel fondo, i carteggi studiati e riordinati da Juri Meda accompagnano il suo itinerario di deputato nel 1848, direttore dell'Istituto di Statistica dello Stato Pontificio, politico durante la Repubblica Romana e poi imprigionato a Castel Sant'Angelo. Nel suo esilio in Toscana non partecipò alla vita politica ma costituì con Gino Capponi, Bettino Ricasoli, Carlo Matteucci, Terenzio Mariani l'Associazione Nazionale degli Asili Infantili Rurali, "primo gradino di una soda istruzione popolare" e di asili-scuole si occupò per il Comune di Firenze. Si interessò di lettere e d'arte, annoverando nella sua collezione un bozzetto originale secondo le stime, de "La Pietà" di Michelangelo e di ferrovie da costruire nello Stato Pontificio; attitudini riassunte nell'aulica iscrizione sulla sua lapide al cimitero di Trespiano, dove fu sepolto nel 1876. A settembre, la generosità degli eredi Gigli si rivolgerà al Museo di Storia della Scienza (nella foto), in onore dello zio Leonardo, inventore del filo-sega che cambiò la tecnica dell'intervento chirurgico al cervello.
Emanuela Ulivi
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