da pierluigic » giovedì 4 agosto 2011, 14:18
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Intervengo forse impropriamente in questo topic essendo un profano di nobilta’
Ho l’impressione ( nessuno si offenda perche’ il mio e’ come dicevo l’occhio del profano ) che il termine nobilta’ venga manipolato fino a farne un concetto informe che ognuno si plasma a proprio piacere con colori ed effetti speciali estraniandolo a forza dal contesto storico e sociale in cui avrebbe dovuto rimanere relegato e in cui solo ,a parer mio , aveva senso
Poco ci capisco quando a sostegno si citano leggi del tempo che fu volendo forzarle al nostro oggi
Tanto meno ci capisco quando mi pare di capire che il titolo sia per taluni quasi una forma di privilegio magico o una forma di luce che ingabbia il moderno discendente trasformandolo taumaturgicamente da sciocco ad intelligente , da insignificante a significante , da incapace a capace
Nessuno puo’ vivere con la vita degli altri e ognuno rimane cio’ che e’
Lo studio della storia delle famiglie italiane e’ qualcosa che comincia ad esser riconosciuto come una scienza . Ancora oggi e’ affidato perlopiu’ agli appassionati e quindi soggetto a piccoli o grandi peccati autocelebrativi e a piccoli o grandi falsi ma mi pare stia compiendo enormi progressi ( che si notano anche su questo forum , che io , senza piaggeria alcuna ritengo molto stimolante ed utile ) con lo sviluppo di una maggior capacita’ critica
Rimpiangere la nobilta’ e volerla riinsediare ai tempi nostri mi pare insomma una perdita’ di tempo come rimpiangere la gioventu’ o come rimpiangere la capigliatura perduta
Si puo’ solo celebrarla , inserendola nel contesto della propria storia familiare ma senza enfatizzarla
Essendo per me la comprensione del termine “nobilta” cosa complessa ho tenuto queste scarne linee guida nelle ricerche di storia di famiglia
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Ci sono famiglie titolate che non hanno la minima storicita’ ( ed il titolo e’ quasi il solo fatto saliente della loro storia )
Ci sono famiglie che hanno storicita’ e non hanno titolo , ( e nessuna “fons honorum” potra’ privarle della loro storia )
Ci sono famiglie che hanno storicita’ ed hanno un titolo , ( spesso , quasi sempre , questo titolo aggiunge poco alla loro storia
Ci sono famiglie che sono illuminate da un solo personaggio che richiama tanta attenzione , per cui tutta la famiglia ne e’ illuminata
Tutte le famiglie hanno una storia e questa e’ sempre degna di essere raccontata
Talvolta la storicita’ di una famiglia si nasconde in fatti all’apparenza marginali . La storicita’ e’ infatti cosa altrettanto complessa a definirsi della nobilta’ e il contesto in cui si sviluppa e’ oltremodo vario
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Sommando e sottraendo a me pare che un titolo nobiliare sia solamente un accessorio nel lungo cammino della storia di una famiglia
Se c’e’ il titolo e’ probabile ci racconti qualcosa dei meriti che lo hanno generato , se non c’e’ non esclude un cammino degno di nota
Io che poco ci capisco a sentir dibattere di nobilta’ finisco per capirci sempre meno di qui l’idea di un concetto informe
Questa povera Italia e’ stata per secoli divisa in tanti stati , tutti consapevoli dell’italianita’ del suolo ma tutti diversi nelle abitudini della vita quotidiana , nella formazione del ceto dirigente , nel sentire religioso , nella visione del futuro, nel divario economico delle classi sociali , ……………
L’unita’ nazionale fu un prodigio di equilibrismo purtroppo mai appieno completato
Non mi pare ci sia mai stato nel paese un concetto univoco di nobilta’ ne si poteva pretendere che 80 anni di Regno d’Italia potessero unificare il concetto
A maggior ragione poi a fronte anche delle tensioni che si determinarono con l’unificazione-invasione e che non si sono ancor oggi stemperate
Il patriziato delle repubbliche cosi ben espresso da GENS VALERIA riportando il pensiero di Ugo Foscolo ( vedi in fondo ) era qualcosa di non sempre facile comprensione ai sudditi del Papa-Re o ai sudditi del Regno delle due Sicilie………………e viceversa
E’ evidente che dagli 80 anni di unificazione monarchica non si poteva pretendere che cucissero insieme la storia di un paese cosi complicato come l’Italia del 1860 e che si amalgamassero le eccellenze della Nazione e si sbrogliassero le complicazioni di diversi ordinamenti
A dare un esempio di queste complicazioni vorrei esaminare cio’ che accadde a Firenze
Le famiglie dominanti durante il periodo mediceo sull’esempio della Repubblica Veneziana avevano sviluppato una visione aristocratica e tendevano a considerare si fosse ormai formato un patriziato che avrebbe potuto e dovuto continuare a governare la Repubblica
Cacciata dei Medici nel 1494 . Nel 1530 si ebbe la violenta restaurazione della famiglia Medici
L’accordo del Papa mediceo e dell’imperatore Carlo V decise le sorti di Firenze
Duca di Firenze divenne il figlio di Clemente VII : il Duca Alessandro destinato a perire per mano di un familiare
Cosimo I succeduto ad Alessandro aveva bisogno di piegare quell’indomabile patriziato fiorentino
Cosimo I aveva bisogno di creare una nobilta’ che gli fosse fedele sull’esempio di altri monarchi
Cerco’ di legare a se il patriziato attraverso la creazione dell’ordine di Santo Stefano ma non giunse mai a dare regole nobiliari lasciando la questione nel vago
Si doveva addirittura giungere a mezzo settecento perche’ la dinastia lorenese dettasse le regole aala nobilta’ fiorentina
Il fiorentino era nobile
-------per volonta del granduca
-------perche’ discendeva da qualcuno che aveva occupato le cariche repubblicane (Gonfaloniere di giustizia ,Priore , Buonuomo , Gonfaloniere di compagnia
( Per questo i libri detti “ Prioristi” compilati dal Benvenuti e dal Mariani )
E intanto si escludevano cosi tutte le famiglie di nobilta’ feudale che erano state escluse dal governo della Repubblica con gli Ordinamenti di Giustizia molto piu’ antiche del ceto mercantile che aveva dominato la Repubblica
Inoltre il candidato nobile
doveva avere una certa rendita in denaro ( ……………due fratelli potevano essere uno nobile e l’altro non nobile)
non doveva esercitare mestieri vili ( e qui la fantasia corre a come tutta la grandezza di Firenze fosse legata ai suoi mercanti e ai suoi artigiani ……..)
Non ricordo se era richiesto che tutti i 4 progenitori fossero a loro volta nobili
Non credo che siano molti i nobili toscani moderni in grado di rispettare quelle regole
A meta’ settecento molti aristocratici pero’ furono declassati in virtu’ di quelle regole
In Toscana quindi questi sbarramenti facevano si che la nobilta’ non riguardasse quindi la famiglia ma i singoli rami , quindi ( ad esempio ) non aveva senso dire che tutti i Corsini erano nobili , pur essendo tutti di quella famiglia piena di storia alcuni erano nobili altri no.
pierluigi
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Gens Valeria cita molto opportunamente Ugo Foscolo
Ponendo in risalto quel dovere morale di operare nell’interesse della propria comunita’ ( rimettendoci anche del proprio ) che forse e’ la chiave per dare un volto meno sfumato al concetto di nobilta’
Da una lettera del 1808 di Ugo Foscolo a Giambattista Giovio.
"Quantunque da più e più anni la mia famiglia non abbia di nobile e di patrizio che il nudo nome, io stimo i patrizi e disprezzo i nobili. Ed è per me vero patrizio d'una città chi ha terre da far fruttare, sepolcri domestici da venerare, lari da difendere, ed antenati da imitare i quali, per lungo ordine di anni abbiano ο arricchita la loro patria con l'industria,ο celebrata con le virtu' e con l'ingegno, ο protetta col sangue.
Ma i titoli, i feudi e gli stemmi che ogni principe puo' dare e può torre e che ogni soldato straniero, ο mercatante fortunato, ο letterato cortigiano puo' assumere nei paesi conquistati ο usurpati, e che puo' tramandare a' suoi nipoti, sono ai miei sguardi ricami sopra sucida tela".
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pierluigic il giovedì 4 agosto 2011, 14:28, modificato 1 volta in totale.