Moderatori: Antonio Pompili, Alessio Bruno Bedini
Simbolo arcaico tra i più ricchi di significato, la conchiglia evoca lo scrigno solido ed inviolabile in cui l'uomo intende custodire tutti i valori più preziosi e più sacri.
Le costolature radiali delle ruvide valve richiamano le dita di una mano protesa alle opere di bene, mentre le loro affinità con i raggi del sole e con le aureole, conferiscono un alone di immortalità.
È questo il simbolismo ancestrale che la conchiglia trasferisce con sé nel Medioevo, quando diviene una delle figure primarie della nascente araldica e si afferma come simbolo del pellegrinaggio cristiano, con la particolare accezione di emblema del Cammino di Santiago di Compostella.
Tante famiglie d’Europa, ispirandosi a questo viaggio estenuante e pericoloso ma, al tempo stesso, interiormente rigenerativo, apponevano con orgoglio la conchiglia nel loro stemma, come testimonium dell’avvenuta estrema impresa devozionale fino al sepolcro dell’apostolo Giacomo, ai confini del mondo medievale.
Anche Benedetto XVI, assieme a tanti prelati, inserisce nel proprio stemma «la conchiglia, che è anzitutto il segno del nostro essere pellegrini, del nostro essere in cammino».
E ancora, molte località europee, interessate dalla fitta rete di itineraria peregrinorum che conducono a Santiago di Compostella, ostentano la conchiglia nel loro stemma per testimoniare la loro vocazione all’accoglienza dei pellegrini in transito.
L’autore, Maurizio Carlo Alberto Gorra, prende in esame tanti stemmi appartenenti a città famiglie e prelati italiani e stranieri e, con elegante lessico, ne redige i blasoni.
In questo modo, egli ci conduce nell’universo affascinante dell’araldica, avvalendosi anche di una elegantissima rassegna iconografica contenente oltre 200 stemmi in quadricromia, molti dei quali sono stati disegnati in esclusiva nell’ambito di questa ricerca.
Pier Felice degli Uberti
Quando Maurizio Carlo Alberto Gorra mi ha chiesto di scrivergli
una presentazione, mi sono reso conto che non ha certo bisogno di essere
introdotto al pubblico dei lettori perché, come vedrete scorrendo le
righe che seguono, è assai conosciuto fra i cultori della materia araldica.
Tuttavia questa richiesta mi ha permesso di fare una indagine retrospettiva
che mi riporta indietro di almeno quindici anni, tanto è il tempo
della nostra amicizia e del suo serio impegno nelle organizzazioni
di cui siamo orgogliosi di fare parte.
Oggi Gorra rappresenta un esempio di quanto di meglio esista in
Italia fra gli studiosi dell’araldica, intesa come scienza documentaria
della storia: e non solo perché si è dedicato ad una seria e rigorosa produzione
scientifica di pubblicazioni, ma anche perchè è un attivo realizzatore
di momenti che coinvolgono gli appassionati del settore (nelle
sue ormai famose “visite araldiche guidate” ai monumenti araldici italiani),
e proprio a lui va il merito di aver creato questo spazio fra il dire
e il fare presentando al cultore, oltre alle vicende storiche legate al monumento
(che si potrebbero reperire in un normale libro), anche la visione
oggettiva necessaria a trasmettere quelle emozioni che possono
esistere solo se si è davanti all’opera araldica stessa. Gradevoli eventi
dei quali offre pure il ricordo attraverso le sue introvabili dispense.
Oggi Gorra è l’amministratore di I Nostri Avi, il più conosciuto
forum Internet italiano di Scienze Documentarie della Storia, e fra i più
noti e frequentati del mondo – sebbene in lingua italiana – grazie proprio
all’elevata partecipazione numerica dell’utenza, salotto virtuale
dove mette a completa disposizione del fruitore la sua indiscussa competenza
nella scienza araldica.
Nel suo curriculum vitae possiamo trovare, accanto alle numerose
pubblicazioni anche a grande tiratura (perché è pure un divulgatore di
questa disciplina), numerosi articoli ed esaustive recensioni di pubblicazioni
del settore che captano l’interesse del lettore.
Ha effettuato i corsi quadriennali della Scuola di Genealogia, Araldica
e Scienze Documentarie di Bologna, realizzando preziose tesi
conclusive col massimo dei voti, e per la sua oggettiva competenza è
Socio Ordinario dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano, la categoria
che raccoglie i più importati studiosi a livello accademico d’Italia e
del mondo; è anche consulente per l’araldica dell’Istituto Italiano per
la Storia di Famiglia, Socio Fondatore dell’Associazione Insigniti Onorificenze
Cavalleresche, dove mette a disposizione la sua competenza
per risolvere gli enigmi che collegano la simbologia cavalleresca
all’identificazione araldica, nonché collaboratore di “Nobiltà, rivista di
araldica, genealogia, ordini cavallereschi” e di “Il Mondo del Cavaliere”,
rivista internazionale sugli ordini cavallereschi (voce ufficiale
dell’International Commission for Orders of Chivalry)
Fa parte del Comitato Scientifico dell’Enciclopedia delle Famiglie
Storiche Italiane.
Ma non dobbiamo neppure dimenticare che è stato docente per
l’araldica del Corso di Araldica e Scienze Documentarie tenuto dall’Istituto
Araldico Genealogico Italiano presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri – Ufficio cerimoniale ed araldico dello Stato, e da
sempre figura fra i docenti della Scuola di Genealogia, dove le sue lezioni
ai corsi riservati alla popolazione guadagnano sempre l’attenzione
e il plauso dei partecipanti.
È inoltre Socio cultore del Circolo di Studi Storici Le Calabrie,
collaboratore di diversi periodici scientifici come “Studi Calabresi”
(organo del Circolo predetto), “Rivista Storica Calabrese” (organo della
Deputazione di Storia Patria per la Calabria) e “Annali” (organo
dell’Associazione Nomentana di Storia e Archeologia), cura la rubrica
di Araldica per il mensile “Cronaca Numismatica”, effettua studi per
conto di Enti pubblici locali (fra cui alcuni Musei Civici del Foggiano:
in particolare, è di questi mesi la realizzazione di un testo sui manufatti
Presentazione di Pier Felice degli Uberti 11
araldici conservati in quello di Troia) e redige expertise specialistici su
incarico di docenti di differenti facoltà universitarie (da Pisa a Reggio
Calabria).
Se oggi l’Italia è priva di una possibilità di riconoscimento dello
Stato per quanto riguarda le armi gentilizie, ciò non significa che la
stessa sorte sia riservata all’araldica degli Enti, ed è proprio in questo
settore che Gorra riscuote l’apprezzamento degli enti pubblici che hanno
richiesto una specifica consulenza sulla materia, convincendolo a
scrivere una preziosa monografia che aiuta concretamente le amministrazioni
a seguire l’iter per ottenere il riconoscimento dello stemma e
del gonfalone da parte del signor Presidente della Repubblica Italiana.
Se uno studioso deve essere visibile al grande pubblico del suo
paese, non ci sono dubbi sul fatto che egli ci riesca a 360°, perché dal
1996 ha partecipato a tutti i congressi, convegni e colloqui importanti
tenutisi in Italia nelle nostre discipline e non solo come uditore, ma
come oratore ed organizzatore.
Ora vede la luce questo libro che costituisce un punto fisso nella
materia perché la conchiglia in araldica non è solo un simbolo tra i tanti
che possiamo trovare, ma è qualcosa che va oltre al tempo e alla dimensione
spaziale, tant’è che quando pensiamo alla conchiglia subito
la mente va al gesto di portarla all’orecchio per ascoltare… il mare e
godere della grandezza dell’immenso, dell’infinito senza confini.
La conchiglia ha rappresentato senza dubbio in senso materiale
l’identificazione concreta di uno dei primi strumenti di scambio, una
delle realizzazioni primordiali della moneta. Ma la sua immagine ci fa
venire alla memoria la figura dell’apostolo Giacomo e il richiamo plurisecolare
del pellegrino che percorreva un territorio alla ricerca della
fede, facendo di questa fede la bandiera della sua testimonianza cristiana,
che nel nostro tempo possiamo identificare come il tragitto del
pellegrino della cultura verso le discipline più disparate; perché nella
conchiglia, se vogliamo, possiamo scoprire la perla, che rappresenta il
raggiungimento del risultato della nostra ricerca esistenziale.
Quindi questa pubblicazione è l’excursus di tutto il cammino dell’uomo
attraverso un simbolo, con la sua storia, le aspirazioni, i successi
e anche i disastri di ogni epoca, ove troviamo rappresentati tutti i
Paesi attraverso i marcatori che li identificano come l’iconografia, la
leggenda, la mitologia, la semeiotica, la storia, gli ordini cavallereschi
e alla fine e soprattutto la scienza araldica.
In tutte queste pagine riccamente illustrate da figure (fotografie e
disegni, parte dei quali inediti) in bianco-nero e colore, troviamo una
parte introduttiva e una premessa cui seguono i dieci densi capitoli che
spaziano dai volti ai risvolti della conchiglia, dalla natura al simbolo,
dalla realtà naturale delle conchiglie agli usi cui l’uomo l’ha assoggettata,
dal suo valore simbolico nella mitologia pagana al Cristianesimo,
dalla nascita di Venere alla venera araldica, dalla conchiglia legata a
San Giacomo all’abbinamento tra Santiago di Compostella e le conchiglie,
dal rapporto tra i pellegrinaggi e l’araldica ai cavalieri erranti e
ai pellegrini, dagli usi emblematici della conchiglia in epoca medievale,
moderna e contemporanea agli esempi del suo utilizzo nell’arte,
nell’architettura, e quindi nell’araldica, dal simbolo al segno, fino ai
marchi e ai loghi, dalla presenza della conchiglia negli stemmi di famiglia
dai primordi dell’araldica a oggi, alle motivazioni di tale uso e
ai modi di raffigurarla, dalla conchiglia negli stemmi di enti e di singoli
(non solo dinastie nobili ma anche città, ordini religiosi e cavallereschi,
prelati, corporazioni) allo stemma come rappresentazione grafica
del nome, e dalla conchiglia figurante negli stemmi alla sua comparsa
fuori di essi (collane e ornamenti di ordini cavallereschi) e ancora nelle
imprese rinascimentali, fenomeno emblematico parallelo all’araldica,
per giungere infine a considerare l’oggetto conchiglia come fonte di
edificazione morale.
Un lavoro esaustivo che può a ragione essere considerato una pietra
miliare sull’argomento.
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