Inizia con il primo volume dedicato all'OMRI una rivisitazione del grande successo "Vestire gli Onori" di Michele d'Andrea e Fabio Cassani Pironti. In questo primo volume pongono l'accento sull'OMRI e, quello che soprattutto colpisce e sarà apprezzabile ai cultori della materia, è l'apparato iconografico e le varie composizioni uniformologiche così da risolvere qualsiasi dubbio a riguardo.
Quando fu pubblicato nel 2005, Vestire gli Onori costituì una novità assoluta.
Per la prima volta le insegne di ventisei ordini cavallereschi conferiti da Stati, Ordini sovrani e Case dinastiche operanti nella penisola italiana furono rappresentate vettorialmente e in scala 1:1 in tutte le classi, formati e fogge. E per la prima volta diciassette modelli di abiti civili, tenute religiose e uniformi mostravano il modo di portare le decorazioni nelle diverse circostanze. Completavano l’opera tabelle, elenchi, esempi, declinazioni delle precedenze fra gli istituti cavallereschi di una medesima fonte e di fonti diverse.
Il libro conobbe un lusinghiero successo fra gli addetti ai lavori, anche se scontava un prezzo elevato, dimensioni più da biblioteca che da scrivania e una tiratura limitata. Andato esaurito in breve tempo, il volume è oggi praticamente introvabile.
Rimaneva, tuttavia, l’imponente fondo iconografico dell’opera, più di quattrocento immagini vettoriali di altissima qualità costate quasi un anno di lavoro a due grafici professionisti e abbondantemente saccheggiate, senza troppo badare alla proprietà intellettuale, da numerosi siti e pagine del web. Un patrimonio unico che sarebbe stato un vero peccato disperdere o chiudere in un cassetto.
Così, a distanza di quindici anni si dà nuovamente alle stampe Vestire gli Onori in un’edizione totalmente rinnovata che non abbandona la sua funzione di manuale pratico, ma distribuisce la materia onorifica in più volumi monografici agili, economici e, soprattutto, completi. Il primo libro della collana, dedicato all’OMRI, è stato infatti rivisto, corretto, riscritto in gran parte e notevolmente ampliato nella parte uniformologica, che conta ora ben 37 tenute ricavate dai regolamenti delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, delle Forze di Polizia a ordinamento civile, dei Vigili del Fuoco, dei Corpi militari della Croce Rossa e dell’Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (ACISMOM), nonché delle Associazioni Combattentistiche,
di Corpo e d’Istituto. Così strutturato, Vestire gli Onori costituisce oggi l’unico compendio illustrato dell’intero abbigliamento formale civile, religioso, militare e di derivazione militare della Repubblica Italiana; di ciascun capo sono mostrate la disposizione delle decorazioni dell’OMRI e la combinazione delle insegne di più ordini secondo il criterio di precedenza. La verifica della sezione è stata affidata all’Ammiraglio Carlo Cellerino, uno fra i più autorevoli esperti di cerimoniale militare.
Infine, l’apparato grafico è stato sottoposto a una radicale operazione di aggiornamento.
Tutte le tenute civili e le uniformi sono state ridisegnate vettorialmente da Alexandra Petrochenko, autrice degli attuali stemmi della Marina Militare, dell’Esercito e della Polizia di Stato, per la quale ha realizzato anche i modelli grafici dei nuovi distintivi di qualifica. A Marco Pietrosante, uno fra i protagonisti dell’edizione del 2005, è toccato nuovamente il coordinamento
editoriale del volume.
Insomma, un libro diverso nelle dimensioni e nei contenuti, ma identico nell’indirizzo metodologico, nel rigore della ricerca e soprattutto nelle finalità, che restano quelle delineate nella prefazione del 2005 e che ci sentiamo ancora oggi di sottoscrivere parola per parola:
"Il mondo cavalleresco è ben fornito di regole, scritte o consuetudinarie, ma la loro violazione è frequente, persino negli ambienti che vivono le decorazioni come un fatto quotidiano. Il più delle volte si tratta di un difetto di conoscenza, che si estende, purtroppo, anche agli uffici delegati a trattare la materia. Ma è diffuso anche l’atteggiamento di chi si ritiene, in un certo senso, al di fuori delle regole e considera le onorificenze come un mero strumento di ostentazione personale.
Si tratta di un errore anzitutto concettuale, perché attribuisce un alto grado di discrezionalità a un mondo regolato, al contrario, da un’architettura rigida, che individua i suoi membri proprio attraverso il segno dell’uniformità".
Michele D’Andrea
Fabio Cassani Pironti