E’ interessante notare come la creazione di un sistema onorifico nazionale, fortemente ispirato ai principi dinastici, meritocratico/cavallereschi e alle strutture dei modelli occidentali dell’epoca, sia stato creato in Giappone in concomitanza con il definitivo tramonto dell’antico sistema aristocratico/guerriero rappresentato dallo Shogunato Tokugawa, dai Daimyō e dai Samurai (in un certo modo assimilabili ai concetti dei codici d’onore della Cavalleria europea).
Nell’arco del suo periodo di regno l’Imperatore Meiji istitui’ cinque ordini “cavallereschi” principali (tra il 1875 e il 1888), oltre ad un certo numero di distinzioni e medaglie di merito e di servizio, ricalcando fedelmente l’impostazione della maggioranza delle onorificenze europee del periodo, strutturate su più classi, con decorazioni di vario formato (dal gran collare al semplice cavaliere), montate su nastri nelle classiche configurazioni da spalla, da collo o da petto. Le denominazioni e le simbologie estetiche usate negli onori giapponesi, si rifanno con un certo fascino estremo-orientale alle tradizioni, alla mitologia e agli emblemi tipici nazionali (il sol levante, il crisantemo, le antiche insegne imperiali, ecc.).
Le uniche importanti riforme che hanno interessato il sistema premiale giapponese dall’epoca della sua creazione, sono state la creazione dell'Ordine della Cultura nel 1937, la soppressione dell’Ordine del Nibbio d’Oro (esclusivamente al merito militare), subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (asseritamente ad opera del Comando Supremo delle Potenze Alleate nel Giappone occupato), ed una ristrutturazione generale adottata nel 2003 che ha comportato lievi modifiche alle precedenze, alle insegne e alle strutture dei principali ordini nazionali.
Alle tavole sulle onorificenze giapponesi ho voluto aggiungere due serie dedicate agli ordini creati nell’Impero Coreano (di fatto una colonia del Giappone dal 1910) e dello Stato fantoccio cinese del Manciukuo’, nominalmente governato dall’ultimo Imperatore della dinastia Qing, Pu Yi, ma di fatto controllato dai giapponesi, che presentano evidenti affinità estetiche e strutturali con gli ordini giapponesi.
Come di consueto, conto sulle vostre conoscenze, fonti, archivi e biblioteche, per integrare le mie lacune e correggere i miei errori, mancanze e imperfezioni, invitandovi ad esaminare – sempre se e quando ne avrete la voglia e il tempo – il gruppo delle tavole che seguono.

IMPERO E STATO DEL GIAPPONE








ORDINI NON PIU' IN ATTIVITA'
