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Federico B. G. ha scritto:Eccomi con le notizie promesse.
Riporto due scritti, il primo ricavato dalla "Cronaca della famiglie Udinesi" di Nicolò Monticoli (ripubblicata e rivista dal Co. Enrico del Torso, stampata nel 1911), il secondo è citato nel libro "La nobiltà civica a Pordenone" a cura del dott. Gilberto Ganzer.
Primo scritto (principia lo scritto con la data di ammissione della famiglia al ceto nobile della città di Udine):
"1520. Ser Antonio de Franceschinis de Glemona li cui progenitori furono fiorentini nobili, ven qui in Udene ad habitare et fu fatto canceliero de la patria nel 1470: et tene l'officio fin che visse. Li figlioli cioè ser Nicolò, ser Francesco et ser Zuan Batista forino al tempo avanti la parte che serrò la nobiltà per loro virtù citadini del grado nobile furono fatti et de Franceschinis sonno cogniominati."
A questo il Co. del Torso aggiunge: il ramo discendente da Antonio Franceschinis cancelliere della Patria, ritornò sulla fine del cinquecento a Gemona dove si spense agli inizi del sec. XVIII. Altro ramo ch'ebbe titolo di conte dalla Repubblica, si estinse in Udine verso la metà dell'ottocento.
Secondo scritto:
Alla fine del XV secolo Giorgio de Franceschinis di Gemona è cittadino di Pordenone e da lui si diparte la stirpe. Il cognome sussiste tuttora in Pordenone. Provenienti da Gemona i Franceschinis sono originari della Toscana (Firenze). Nobilitata nel 1447, la famiglia annovera personaggi che partecipano attivamente, anche con cariche importanti, alla vita politica, ecclesiastica e culturale della città. Si ricordano particolarmente Ermolao, poeta latino del XVII secolo, e un secondo Ermolao, vicario di San Marco tra il 1756 e il 1777 (già economo spirituale nel 1741). Un ramo della famiglia si trasferì a San Vito al Tagliamento.
Tutte le famiglie Franceschinis, a me risultano estinte.
Ultima cosa, prova a cercare nel forum...di questa famiglia avevamo già parlato tempo fà.
Saluti!
Federico B. G. ha scritto:Gentile "Merlino",
scusa il ritardo....
Ora provvedo a mandare lo stemma al prezioso Tomaso Cravarezza.
Cordialità
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