da alfabravo » sabato 29 dicembre 2007, 15:52
Dall’Enciclopedia storico nobiliare di V. Spreti
Arma. D’azzurro al destrochiero di rosso, movente dal lato destro, tenente con la mano di carnagione un giglio d’oro, ed accompagnato in capo da altri due gigli dello stesso, ordinati in fascia.
Dimora: Arcevia, Senigallia e Rovigo.
Famiglia di Arcevia, insignita del titolo di nobile per ambo i sessi e con questo iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano.
E’ rappresentata da Matteo nato ad Arcevia il 28 ottobre 1867 dai furono Ettore (1840-1914) e Ginevra Romanelli (1846-1906), sposato con Natalina Gianfranceschi (nata il 21 dicembre 1874).
Figli: Ettore, nato ad Arcevia il 2 marzo 1897, primo procuratore delle imposte a Badia Polesine
(Rovigo) sposato il 29 marzo 1921 con Zaira Castellani di Ancona:
Carlo, nato ad Arcevia il 3 ottobre 1908, sposato il 25 ottobre 1924 con caterina de Angelis di Arcevia;
Goffredo, nato ad Arcevia il 20 novembre 1900, sposato il 4 novembre 1929 con Vittoria dell’Acqua di Arezzo;
Alberto, nato ad Arcevia il 10 dicembre 1905, agronomo;
Omero, nato ad Arcevia il 30 agosto 1907;
Osvaldo, nato ad Arcevia il 13 ottobre 1917.
Figli di Carlo: Matteo (nato il 7 maggio1926) e Sara (nata il 16 luglio 1927)
***
Arma. D’azzurro a due losanghe d’argento, accompagnate in capo da una rosa di rosso.
Dimora: Lucca e Borgo a Mozzano in Garfagnana
Nobile famiglia lucchese, ricordata dai genealogisti fin dal secolo XI, come proveniente da Sala in Garfagnana, e con Guido e Gerardo, signora di Oneta e della Rocca presso Borgo a Mozzano in Val di Serchio.
Trasse il nome da Santino di Redice nel secolo XIV, dopo che bandita dalla città nel 1308, come appartenente alla cerna potentium, tornò ad occupare i maggiori uffici, dando alla Repubblica dal 1434 al 1797 numerosi gonfalonieri, anziani e ambasciatori..
Fra gli ecclesiastici sono ricordati nel secolo XV, Tice di Santino, vicario generale della diocesi di Lucca, e frà Antonio, domenicano, morto in concetto di santità, figlio di quel Benedetto che per avere tentato di toglierlo a mano armata dal convento, fu condannato di fare la spesa del lastrico di mattoni della piazza di San Michele. Nel secolo seguente Antonio Santino fu consultore apostolico ed il suo omonimo, dell’Ordine dei Somaschi, ebbe nel 1643 la cattedra di matematica alla Sapienza di Roma. Monsignor Vincenzo, di Agostino, fu eletto il 27 maggio 1721 arcivescovo di Trebisonda e nominato nunzio a Venezia e a Varsavia, ove morì il 5 luglio 1728. Grande, generoso, filantropo e benemerito degli studi fu Cesare, di Nicolao, il quale per testamento del 25 luglio 1648, lasciò il suo patrimonio per la fondazione di borse di studio universitarie e per la dotazione di nobili fanciulle povere.
Fra gli uomini d’arme si distinse Giovan Battista come capitano di galee contro i turchi nella marina pontificia di Leone X.
Negli studi meritarono lode Giuseppe, quale insegnate di fisica nel liceo universitario di Lucca dal 1825 al 1839 e Vincenzo, come autore del “Commentari sopra la Versilia centrale” (Pisa 1858-1862).
I Santini continuarono ad avere cariche pubbliche anche dopo la caduta della Repubblica (1799) e Giovanni Filippo fu nominato senatore del Principato, con decreto di Napoleone dl 27 giugno 1805.
La famiglia Santini ebbe vaste proprietà nel territorio lucchese, palazzi in città, di cui il più ricco è l’attuale sede del municipio, e ville nei dintorni, delle quali la più sontuosa è quella di Casigliano, detta “la regina delle ville lucchesi”, che fu acquistata da Nicolao, di Cesare, nel 1651 dalla famiglia Buonvisi, e da lui accresciuta e decorata splendidamente, dopo i suoi viaggi in Europa.
Il ramo principale di questa famiglia si estinse il 13 novembre 1812 in Nicolao, di cui Cesare, junior, di cui furono eredi le figlie: Vittoria, maritata al marchese Pietro Torrigiani di Firenze; e Maria Anna, maritata al marchese Gian Lorenzo Montecatini di Lucca.
I Santini, già iscritti nel Libro d’Oro della Repubblica fra le famiglie nobili della città, ebbero riconosciuto i titoli di nobili e patrizi di Lucca nel Libro d’Oro del Ducato di Lucca, fatto formare dal Duca Carlo Lodovico di Borbone nel 1826; in esso furono iscritti i discendenti da:
a) Paolino (sposato con Lucrezia Balbani) e Nicolao (sposato con Teresa Minerbetti), figli di Cesare
b) Tizio (sposato con Isabella Toti) e Sigismondo (sposato con Isabella Orsucci), figli di Nicolao
c) Antonio Nicolao
d) Giovanni Battista (sposato con Giulia Bandinelli) di Francesco
e) Girolamo (sposato con Valente Cerù e Ortensia Marcucci), di Stefano Giuseppe
f) Filippo (sposato con Maria Cristofani), di Carlo Antonio
La famiglia è iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano coi titoli di nobile, patrizio di Lucca (mf), in persona di Sigismondo, di Domenico Giuseppe.
Figli: Emma ed Enrico
Riccardo, di Domenico Giuseppe
Figli: Gino
Distinti saluti da Ritter