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La cosa che mi e' parso di notare e' come nel Meridione la falsificazione genealogica privilegiasse la creazione di vicende fantastiche rispetto alle origini della stirpe
Sebbene i primi dubbi sull'autenticità della Storia fiorentina e sulla sua anteriorità rispetto alla Nuova cronica fossero già stati sollevati nella seconda metà del XVI secolo, il dibattito critico si inasprì nell'ultimo quarto del XIX secolo con la pubblicazione di un saggio di Scheffer-Boichorst, in cui si sosteneva che la cronaca malispiniana fosse una falsificazione tardotrecentesca compilata saccheggiando il testo del Villani allo scopo di glorificare alcune famiglie fiorentine, in particolar modo quella dei Bonaguisi. (Treccani)
il nostro interesse è stato attirato dai Bonghi:
qualcuno di loro infatti in quest’epoca si è dedicato ad un importante lavoro di rimodellamento della propria storia familiare, allo scopo di donarle maggior prestigio e antichità. Tra i numerosi casati aristocraticiche nello stesso periodo hanno scritto la loro storia in modo più o meno fantasioso, i Bonghi sono stati senza dubbio tra i più assidui in questocompito. Il risultato, proporzionato agli sforzi impiegati, è stata una perdurante confusione di certi punti della storia bergamasca.
Accettate fino al XIX secolo dalla maggioranza degli eruditi, le fantasie bonghiane non sono state definitivamente rigettate che da Angelo Mazzi, che ha dimostrato su questo argomento, come su molti altri, un esempio di rigore metodologico, e di cui noi su molti punti non faremo che riprendere i lavori. :
L’oggetto di questo articolo sarà dunque inizialmente di ricercare quella che è stata la vera storia dei Bonghi nei secoli XII e XIII, cioè nell’epoca che è stata maggiormente presa di mira dalle successive falsificazioni; in seguito tracceremo un panorama d’insieme del lavoro di ricostruzione al quale ci si è dedicati tra il XVI e il XVIII secolo, e indicheremo in quali direzioni è andata la loro
inventiva, i cui esiti ci appaiono esemplari delle tendenze della storiografia aristocratica di quel tempo e dei meccanismi messi in atto al fine di abbellire una genealogia.
Il risultato, proporzionato agli sforzi impiegati, è stata una perdurante confusione di certi punti della storia bergamasca.
Ludovico Antonio Muratori (Vignola, 21 ottobre 1672 – Modena, 23 gennaio 1750) è stato un presbitero, storico, scrittore, numismatico, diplomatista e bibliotecario
Fu personaggio di primo piano nella costellazione dell'intellettualità settecentesca italiana e profuse il suo impegno in quasi tutti i campi della conoscenza. Viene ad oggi considerato il padre della storiografia italiana, con particolare riferimento alla medievistica wikipedia
Federico II di Svevia è stato ospite due volte di Vercelli: uno dei soggiorni durò quasi tre mesi (ottobre 1248 - inizio di gennaio 1249). Capitò dopo la sua campagna militare contro il marchese Bonifacio II di Monferrato e alcuni Comuni della Val Padana occidentale, inclusa Vercelli (che era diventata federiciana nel 1238), passati con i nemici guelfi.
Inoltre, quando nel maggio 1249 rientrò nel Regno dopo una lunga assenza, Federico ricevette la notizia che il figlio Enzo, legato generale in Italia settentrionale, era caduto prigioniero dei bolognesi presso Fossalta.
Quindi, il 18 luglio 1248 a Pavia (RI V, 1.1 n. 3717), il 24 luglio 1240 vicino Casale Monferrato (RI V, 1.1 n. 3718), a novembre a Vercelli, già il 12 gennaio 1249 a Pavia (RI V, 1.1 n. 3753).
Successivamente, un passaggio veloce nuovamente a Vercelli per ritrovarlo da fine gennaio, per tutto febbraio (RI V, 1.1 n. 3761) e fino agli inizi di marzo a CREMONA (RI V, 1.1 n. 3768a).
Non ho trovato documenti che ci dicano se a causa di quanto era accaduto al figlio cominciò a risalire l'Italia da subito o indugiò nelle regioni meridionali.
Un documento trascritto in "Wiesflecker, Reg. dei Conti di Gorizia n. 547" sembrerebbe affermare che nel mese di ottobre 1249 fosse ancora a Foggia ma stranamente non riporta alcuna data nè si comprende dove sia conservato il documento originale.
Invece, con certezza, sappiamo che già il giorno 8 novembre 1249 si trovasse nuovamente a Vercelli (Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Museo Storico, diploma Amedeo IV, 8 novembre 1249).
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