L'argomento non presenta certo molte affinità con la faleristica "classica", e del resto le medaglie olimpiche non costituiscono (almeno credo) degli articoli da collezione come le altre "normali" decorazioni e medaglie civili e militari, ma credo che questa particolare ed importante categoria di distinzioni sportive meriti comunque una citazione nel panorama della "medaglistica" generale, sia per la grande rilevanza che esse rappresentano a livello sportivo per ogni nazione, sia per le singolari caratteristiche tecniche che contraddistinguono queste speciali distinzioni olimpiche.
Come tutti ricorderanno, grazie all'iniziativa del (barone) francese Pierre De Coubertin nel 1894 fu costituito a Parigi il primo Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e nel 1896 fu organizzata ad Atene la prima Olimpiade dell'era moderna. Il percorso iniziale delle manifestazioni olimpiche non fu certamente facile e le prime edizioni delle olimpiadi - alle quali presero parte ben poche nazioni ed un numero assai limitato di atleti (inizialmente solo uomini e rigorosamente dilettanti) rappresentarono più un evento collaterale e folcrolistico delle Esposizioni Universali che tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 costituivano il principale evento organizzato a livello internazionale.
Bisognerà quindi attendere l'edizione di Londra del 1908 per assistere ai primi veri Giochi Olimpici, con una valida ed efficiente organizzazione logistica e sportiva. Naturalmente, dalla situazione estremamente pionieristica di questo periodo iniziale in poi, l'organizzazione dei Giochi ha continuato a registrare una continua evoluzione in tutti gli aspetti organizzativi, normativi e tecnologici, fino a giungere all'immane impegno economico, industriale e finanziario che la realizzazione di una Olimpiade comporta al giorno d'oggi.
Fin dalla prima edizione dei Giochi moderni però, si è consolidata la tradizione di assegnare ai vincitori delle varie gare olimpiche in programma una speciale medaglia coniata per l'occasione, inizialmente solo in argento e bronzo per i primi due classificati e solo successivamente allargata anche ai terzi classificati con l'introduzione della medaglia in oro per i vincitori.
E' interessante notare come le medaglie olimpiche del CIO delle prime edizioni presentarono una variegata tipologia nel disegno, nelle forme e nelle rappresentazioni che furono adottate per la loro realizzazione, mentre a partire dall'edizione del 1928 ad Amsterdam il disegno e la forma delle decorazioni sono rimaste praticamente inalterate per lungo tempo, con minime variazioni soltanto nelle iscrizioni del dritto e - soprattutto - nelle raffigurazioni del rovescio. Questo fino alla recente edizione di Sydney del 2000 e, ancora di più, per quella di Atene del 2004, nelle quali il disegno generale ha invece subito una sostanziale modifica. Le attuali medaglie olimpiche di Pechino 2008, anche se hanno ripreso il disegno generale da quelle di Atene del 2004, presentano però una soluzione decisamente innovativa nel verso, che riporta un inserto circolare in giada di vari colori.
Ma vediamo di fare qualche esempio pratico, avvalendoci soprattutto delle illustrazioni del bel sito ufficiale delle Olipiadi di Pechino 2008 (
http://fr.beijing2008.cn/97/52/medailles.shtml).
Le medaglie delle prime edizioni dal 1896 al 1920:
Il modello delle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 che rimase a lungo inalterato:
La variante di Roma del 1960 con l'aggiunta della ghirlanda di alloro intorno alla medaglia:
Alcuni esempi di variazioni al verso della medaglia:
La variante di Sydney 2000:
ed il modello innovativo di Atene 2004:
Ben diverso invece il discorso relativo alle medaglie per i Giochi Invernali, nelle quali la scelta dei soggetti e delle caratteristiche delle decorazioni sono state molto variabili e sempre diverse per ciascuna edizione (la prima si svolse nel 1924 a Chamonix).
Molti ricorderanno infatti la singolare soluzione adottata per le Olimpiadi Invernali di Torino nel 2006, nella quale furono adottatte delle medaglie "col buco":
oppure la caratteristica soluzione adottata ad Albertville nel 1992, in cui fu addirittura sfruttata la trasparenza del cristallo:
Cordialmente,
Mario Volpe