Può essere interessante ricordare come l’idea originale di creare una medaglia interalleata commemorativa della vittoria, che venisse coniata da ciascuna delle nazioni che durante il conflitto combatterono contro gli Imperi Centrali austro-tedeschi, sia stata lanciata dal comandante supremo delle forze alleate, il Maresciallo Ferdinand Foch.
Le caratteristiche generali delle medaglie furono stabilite nel corso di una riunione della Commissione Militare Interalleata, che stabilì che il colore del nastro fosse costituito da un doppio arcobaleno (raffigurante nel contempo tutti i colori delle nazioni alleate, nonché l’avvento di una nuova era di pace dopo gli orrori della guerra), la decorazione avrebbe dovuto essere in bronzo del diametro di 36 mm., il disegno – la cui interpretazione veniva comunque lasciata a ciascun Paese – doveva riportare al recto la rappresentazione della vittoria alata senza iscrizioni, mentre il verso avrebbe dovuto riportare la scritta “Grande Guerra per la Civilizzazione” nelle rispettive lingue, con i nomi delle nazioni alleate o associate e lo stemma nazionale.
Il risultato, come abbiamo visto, fu generalmente omogeneo, benché alcune nazioni abbiano preferito scegliere delle soluzioni più personalizzate. Come il Giappone ed il Siam, nella cui cultura il simbolismo della vittoria alata non avrebbe avuto alcun significato, e preferirono sostituirla in Giappone con la rappresentazione della figura mitologica di “Take-Mikazuchi-no-Kami”, figlio dell’antica divinità “Izanagi”, che sconfisse il fratello per conquistare il Giappone. Anche nel Siam si utilizzò la figura di una divinità locale.
Altra singolarità è rappresentata dal fatto che la decorazione britannica fu estesa non solo ai combattenti del Regno Unito, ma anche alle truppe del Commonwealth canadesi, neozelandesi, australiane ed indiane, mentre il Sud Africa volle istituire una propria medaglia che si differenziava da quella inglese per l’aggiunta dell’iscrizione in lingua boera.
La Polonia non procedette mai ad una istituzione ufficiale di una propria medaglia della vittoria, ed i rari esemplari in circolazione (di cui si conoscono diverse varianti) sarebbero scaturiti da iniziative private di associazioni di veterani polacchi.
La medaglia cinese riportata nel precedente intervento, viene considerata non ufficiale e, benché conferita per la vittoria del 1918, non si collega direttamente all’accordo interalleato.
Anche la medaglia istituita a Panama, che pure ebbe una piccola partecipazione al conflitto, non rientra nel suddetto accordo.
La decorazione statunitense fu l’unica che prevedeva l’apposizione sul nastro di barrette metalliche che indicavano le singole campagne a cui il militare aveva preso parte (come nell'esempio seguente).
Cordialmente,
Mario Volpe