La consuetudine di includere delle figurine nelle confezioni di prodotti commerciali di consumo per propagandarne la vendita, risale alla seconda metà dell’ottocento (benché l’uso di far circolare delle “trading cards” di promozione commerciale fosse in realtà iniziato fin dal settecento).
Avviatasi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, l’usanza di distribuire delle figurine commerciali in allegato ai prodotti si è poi estesa praticamente a tutto il mondo e, attraverso una continua serie di miglioramenti e sviluppi nelle tecniche di stampa a colori e nelle tematiche proposte, essa è ben presto divenuta una moda. La produzione assai vasta e variegata di queste serie di piccole immagini (in generale poco più grandi di un biglietto da visita) ha quindi iniziato a registrare un crescente successo nei confronti del pubblico, soprattutto quello dei più giovani.
Il fenomeno si è rapidamente trasformato in una forma di collezionismo specializzato che, attraverso il continuo perfezionamento operato dai produttori (con sempre nuove serie di figurine in offerta e più tardi con la realizzazione di appositi album – spesso contenenti informazioni storiche o culturali sui soggetti trattati - nei quali raccogliere le figurine stesse) si è diffuso in maniera assai ampia in molti Paesi del mondo .
Inserite nelle confezioni di un’ampia serie di prodotti, come il tè, il tabacco, il profumo, il cioccolato o altri generi alimentari, queste figurine hanno assistito nel corso dell’ultimo secolo ad una produzione impressionante ed estremamente variegata, toccando praticamente tutte le possibili tematiche e soggetti. Dagli attori del cinema ai giocatori di baseball o di cricket, dalle automobili agli aerei, dai fiori agli animali, e così via all’infinito.
Uno dei settori in assoluto più prolifici e qualitativamente migliori dal punto di vista della tecnica di stampa e della scelta dei soggetti proposti, è stato quello delle confezioni di tabacco e in particolare dei pacchetti di sigarette (oggi, al contrario, fortemente avversati dalle nuove regole anti-fumo e addirittura cosparsi di minacciose iscrizioni sui rischi per la salute dei fumatori).
I principali produttori di tabacco, soprattutto inglesi, americani e tedeschi, hanno infatti emesso a partire dalla seconda metà dell’ottocento e fino a tutta la seconda metà del novecento (e qualcuno anche oltre) innumerevoli e bellissime serie di “cigarette cards”, offerte all’interno dei loro pacchetti di sigari, sigarette o tabacco da pipa. All’inizio del secolo scorso, l’acquisto di uno di questi pacchetti da parte di un genitore, rappresentava per i figli – che ricevevano poi le relative figurine – la possibilità di coltivare il proprio hobby con sempre nuove possibilità per arricchire la propria collezione o completare le serie di maggiore interesse.
Tra le innumerevoli serie emesse in questo e in altri settori, non potevano ovviamente mancare anche quelle di soggetto faleristico con la riproduzione di medaglie e decorazioni, da sempre oggetto di particolare fascino per i loro significati onorifici e premiali.
In questo specifico settore sono state numerose le serie prodotte, soprattutto in Gran Bretagna, in alcuni casi con delle illustrazioni di elevata qualità grafica e di buona tecnica nella riproduzione delle varie distinzioni raffigurate.
Tra le principali emissioni inglesi sul tema faleristico, generalmente composte da serie comprese tra le 30 e le 90 figurine, possiamo ricordare quelle emesse nel 1927 dalla “John Player & Sons”, quelle della “Taddy & Co.” (1911/12), quella della “Stephen Mitchell & Sons” (1916), quelle della “Smiths” del 1902 o quella della “Wills” del 1906 e diverse altre ancora.
In Francia il fenomeno è stato certamente più limitato, anche perché i produttori di tabacco non sembra abbiano usato questo tipo di propaganda commerciale. Si conoscono comunque alcune serie di figurine emesse da varie ditte francesi, tra le quali quella della “Guérin – Boutron”, produttore di cioccolato tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento (di una quarantina di esemplari), o quella della Liebig francese di soli sei esemplari (Liebig fu uno dei più antichi promotori della produzione di figurine in cromolitografia, che iniziarono ad essere distribuite fin dal 1872 con il famoso “estratto di carne”).
Nonché questa misteriosa serie un po’ infantile (probabilmente della fine dell’ottocento), di cui non sono però riuscito ad identificare il produttore:
In Germania invece furono diversi i produttori di tabacco, cioccolata o altro che usarono abbinare delle figurine da collezionare alle proprie confezioni commerciali. Tra queste la già citata Liebig e la filiale tedesca della “Waldorf – Astoria”, che negli anni immediatamente successivi alla Grande Guerra ha realizzato una serie di ben 287 figurine di ordini e decorazioni degli stati tedeschi (probabilmente la più corposa serie di figurine mai realizzata sul tema faleristico), da raccogliere in un apposito ed elegante album (intitolato semplicemente “Orden”).
In Italia invece, l’unica serie che sia riuscito a trovare sul tema, è quella emessa dalla filiale italiana della Liebig, probabilmente agli inizi del novecento, anch’essa in sei esemplari (in realtà dedicata alle uniformi militari).
Ovviamente, a partire dal secondo dopoguerra, la moda delle “trading cards” è drasticamente diminuita, sostituita dai ben più moderni sistemi di propaganda della pubblicità televisiva (per non parlare della campagna antitabacco degli ultimi decenni).
Il collezionismo delle figurine però ha continuato a rimanere ancora attivo in vari Paesi, grazie all’iniziativa di alcuni produttori specializzati nella distribuzione di album e figurine, da distribuire al pubblico non più in abbinamento con beni di consumo, ma come prodotto principale (come fece in Italia la Panini di Modena, che a partire di primi anni sessanta si specializzò soprattutto nel campo dei calciatori). Mi domando però quanti siano i ragazzi di oggi che, continuamente bombardati da un’incessante telepubblicità commerciale e da sempre nuovi videogiochi e gadgets elettronici, continuino ancora a dilettarsi nella raccolta di figurine di carta da incollare negli album.
Le vecchie “cigarette cards” hanno comunque mantenuto un loro fascino particolare, stavolta direi tra un pubblico più adulto, e rappresentano ancora oggi a livello internazionale l’oggetto di un collezionismo altamente specializzato. Le coloratissime e patinate serie di figurine – sia sfuse che inserite nei relativi album – sono infatti ancora molto ricercate dagli appassionati e spesso raggiungono quotazioni di varie centinaia di Euro.
Buona Befana a tutti !