Ti ringrazio per le tue gentili parole, caro Ferrante.
Il fatto che tu stesso parli di un possibile "riferimento simbolico ben preciso", mi spinge del resto a tentare un'ipotesi (nell'ipotesi...) circa questo significato.
A tal proposito vorrei precisare, come utile aggiunta a quanto detto sopra, che il razionale, pur essendo solo un accessorio di un paramento (il piviale), aveva in passato un grande valore simbolico.
Innanzitutto, c'erano due "versioni" di razionale. La prima è quella di cui ho avuto modo di parlare.
La seconda si utilizzava invece sopra la casula (per la Messa) e consisteva in una stoffa preziosa e ricamata in oro, di forma rettangolare o arrotondata, che si faceva passare per il capo e si adattava sulle spalle, dalle quali pendeva sul petto e sul dorso per circa 20 cm e alle cui estremità potevano pendere delle frange. Si parlava anche di "superhumerale", cioè che sta sopra le spalle. E ne esisteva pure una variante, consistente in una placca d’argento e d’oro, tempestata di gemme, sospesa sul petto e fissata all’amitto mediante catenelle. Anche questa forma non si usa più attualmente se non in pochissime sedi di una certa importanza (ne fa uso ad esempio l'Arcivescovo Metropolita di Cracovia).
Entrambe queste forme del razionale - quella indossata sulla casula per la Messa e quella indossata sul piviale per le altre celebrazioni - derivavano niente meno che da due elementi del vestiario del sommo sacerdote degli Ebrei. Se ne parla chiaramente nel libro dell'Esodo (28,6-30): l'"efod" e l'"hoshen", quest'ultimo tradotto nella Vulgata con il termine "rationale" e nella versione italiana con "pettorale". Sul rationale o pettorale era posta una placca d’oro, visibile all’esterno, artisticamente lavorata, in cui erano incastonate 12 pietre preziose, su quattro ordini, nelle quali erano incisi i nomi delle 12 tribù d’Israele. In esso erano contenuti gli "Urim e i Tummim", oggetti con cui venivano gettate le "sorti sacre", utilizzati dal sommo sacerdote per pronunciare gli oracoli del Signore. Le parole ebraiche sono di significato incerto, e sono tradotte dalla Vulgata con termini astratti, quali Doctrina atque Veritas (dottrina e verità), Perfectio et Doctrina (perfezione e dottrina) ecc., ad indicare la saggezza, dottrina e santità di colui che doveva pronunciare un giudizio nel nome del Signore. Da qui viene sicuramente il nome di “Razionale” (dal latino ratio: sapienza, giudizio) o di “pettorale del giudizio”.
A partire dal Medio Evo si tendeva a trasferire prerogative dei sommi sacerdoti dell'Antico Testamento al papa e ai vescovi. Lo stesso accadeva per alcuni elementi del vestiario e il relativo significato che questi assumevano (la stessa mitra deriverebbe dal copricapo del sommo sacerdote ebraico...).
Il Razionale dunque indicava il compito proprio del vescovo (e del papa in particolare) di insegnare la retta dottrina cristiana e di essere guida sapiente del popolo affidato alle sue cure pastorali.
Questo compito di illuminante guida al quale la figura presente sulla fascia del nostro stemma sembrerebbe rinviare, sarebbe del resto ulteriormente richiamato da un'altra figura, quella del sole raggiante...
Resto nel campo delle ipotesi.