Il Canonico Bucolo nel 1952 nella sua “STORIA DI BIANCAVILLA” così scriveva a p. 29:
§. 12. Stemma: d'azzurro, alla torre merlata di tre pezzi, chiu-
sa e finestrata di nero, piantata sopra una zolla di terreno al na-
turale, accostato a destra da'un cavallo fermo dinanzi a un cipres-
so, e a sinistra da una croce d' argento sormontata da un nastro
d'oro col motto: Scanderbeg, e due burelle di oro nel capo dello
scudo, sormontate da un sole radioso pure di oro. Corona di
Conte. Il motto è un omaggio al grande guerriero albanese, la
corona al Signore del luogo (Moncada) che concedette il terreno.
Quest'arma è l'immagine dei seguenti versi tratti dalla can-
zone tradizionale sulla morte di Scanderbeg, colla quale egli con-
siglia il figlio Giovanni a prendere la madre e tre navi, e partire
per 1' Italia per non essere presi prigionieri dai Turchi:
Giunto all' arenoso lido, al funebre
Cipresso, che là si leva e stende l'ombra,
Lega il mio focoso cavallo, e sul cavallo
Ai venti marini spiega la bandiera
Delle mie vittorie; e sovr' essa poni la spada
Apportatrice di lutto, la spada mia
Sul cui taglio dorme la morte.
Emmanuele Portai in un suo opuscolo (1) dice che il suo
amico Albanese Giuseppe Schirò, professore di letteratura Albane-
se all' Università di Napoli, gli fece notare che tale stemma è ap-
punto quello della famiglia Albanese Masi, ed è assai verosi-
mile che il Comune o l'araldico, ispirandosi alla canzone nazio-
nale, abbia adoperato quello stemma.
(1) Sull’origine albanese di Biancavilla, Palermo 1902
I privilegi di fondazione del paese furono concessi nel 1488 a Cesare Masi; quello che voglio verificare è se esiste realmente un collegamento tra lo stemma della famiglia Masi e quello di Biancavilla.
Cordialmente Marcello